giovedì 17 giugno 2021

Road tour negli Stati Uniti - Quinta tappa - Grand Canyon

Un parco che da solo vale un viaggio. Tutti ne abbiamo sentito parlare, d'altra parte è il parco più famoso degli USA, e probabilmente lo abbiamo visto in qualche film, ma si è assolutamente impreparati allo spettacolo a cui ci si trova di fronte quando per la prima volta ci si affaccia su questa enorme gola, scavata dal fiume Colorado in oltre cinque milioni di anni.


Le dimensioni sono impressionanti, .una ferita della crosta terrestre lunga 446 chilometri, profonda fino a 1600 metri e con una larghezza variabile tra i 500 metri e i 27 chilometri. Ma ancora più impressionanti sono i colori delle rocce, che variano con il variare delle luce solare, una fantasmagoria di neri, grigi, bruni, rossi, aranci, gialli che cambia sotto i nostri occhi, al cambiare della luce solare e con il passare delle nuvole.

North Rim o South Rim

Ogni anno più di cinque milioni di turisti visitano il Grand Canyon, e la maggior parte di questi si reca al South Rim, il versante sud del Grand Canyon, aperto tutto l'anno, il punto di accesso più comodo che arrivano al Grand Canyon provenendo da Las Vegas. 

Il North Rim, aperto da maggio ad ottobre solamente, è decisamente meno visitato e meno attrezzato turisticamente. Benchè in linea d'aria disti dal South Rim poco più di 30 km, occorrono diverse ore d'auto per raggiungerlo. In caso ci si volesse dedicare a questo lato del canyon, molto più semplice raggiungerlo partendo da Page.

Benchè un po' preoccupati da resoconti che descrivevano il South Rim come affollatissimo, abbiamo optato per questo lato per una serie di motivi:

  • Innanzitutto dal South Rim si possono godere le immagini più spettacolari del Grand Canyon. Inoltre i diversi punti panoramici sono facilmente accessibili e ben collegati tra loro
  • Ha una discreta varietà di alloggi e ristoranti ed è assolutamente consigliato approfittarne per passare almeno una notte all'interno del parco
  • Il South Rim ha due punti di accesso, uno ad Ovest, a circa 90km dalla cittadina di Williams ed uno ad Est, non lontano da Cameron. Per chi arriva da Las Vegas il punto di ingresso naturale è quello ad Ovest (non fatevi spaventare dalle descrizioni di code bibliche per arrivarci, cercate solo di evitare di arrivarci in tarda mattinata), mentre l'accesso ad Est può essere una perfetta via di uscita, percorrendo la Desert View Drive e pernottando poi a Cameron.
Nel South Rim possiamo distinguere tre diverse zone: il Village, con il Visitors' Centre, i parcheggi, i ristoranti e gli alberghi, Hermit Road, la strada che collega i diversi viewpoint ad ovest del Village, chiusa al traffico privato dal 1 marzo al 30 novembre, quando è percorsa solamente dalle frequento navette, ed infine Desert View Road, che collega i viewpoint del lato Est, sempre aperta al traffico privato.

Benchè la zona del village sia quella dedicata ai servizi per gli ospiti del parco, non è comunque da trascurare. Se non si alloggia al El Tovar Hotel, questo hotel interamente in legno merita comunque una visita. Da non perdere sono l’Hopi House, costruito a somiglianza degli ediifici dei nativi americani, oggi un negozio di articoli da regalo e il Lookout Studio, sporgente su uno sperone, com magnifiche viste sul canyon.

https://www.nps.gov/grca/learn/news/upload/sr-pocket-map.pdf


Molti turisti visitano il Grand Canyon in giornata, arrivando da Las Vegas, magari con un tour organizzato. Ma questo non consente di godere minimamente di questa meraviglia. Bisognerebbe riuscire a passare almeno una notte all'interno del parco, per poter ammirare il tramonto e, soprattutto l'alba, magari avendo la foruna di essere soli, nel silenzio, mentre il sole poco a poco accende i colori delle pareti del canyon.

Inoltre questo permetterà anche di percorrere almeno un tratto dei sentieri che scendono in fondo al canyon, per ammirarlo da una diversa prospettiva. Il sentiero più frequentato è sicuramente il Bright Angel Trail. Si tratta di un sentiero ben tracciato, in alcuni tratti abbastanza ripido ma non difficile. Molto molto caldo, perchè quasi sempre esposto al sole.







Per un percorso abbastanza breve ci si può fermare in una delle tappe seguenti:

  • Primo Tunnel. L'escursione fino a questo punto è lunga circa 500 metri andata e ritorno.
  • Primo tornante, a una distanza di circa 750 metri (1500 andata e ritorno). Da qui in poi il sentiero si fa più ripido
  • Secondo tunnel, a circa 1 km (un po' più di 2km andata e ritorno). Da qui il sentiero diventa decisamente più ripido
  • Fino alla prima rest house occorrono circa 2,5 km
Da notare che in estate fa molto caldo e che mentre a scendere si riesce ad essere veloci, la risalita, soprattutto se non allenati, come nel nostro caso, risulta piuttosto faticosa.
Non è assolutamente possibile fare in giornata andata e ritorno fino al Colorado. Occorre essere allenati e prevedere un pernottamento un pernottamento in una delle poche sistemazioni disponibili in fondo al Canyon.

Hermit Road

Hermit Road si estende per 8 miglia ad ovest del Grand Canyon Village, fino ad Hermit's Rest. Chiusa al traffico privato da Marzo a Novembre è quindi percorribile solo a piedi o mediante le navette. 
In direzione Ovest le navette si fermano a 8 osservatori (Trailview Overlook, Maricopa, Powell, Hopi, Mohave, the Abyss, Pima e Hermit's rest); in direzione Est si fermano solamente a Pima, Mohave e Powell.

https://www.nps.gov/grca/planyourvisit/hermit-road.htm

Mather Point non è collegato dalla navetta. Ma d'altra parte è il più vicino al visitors' centre, tappa obbligata per i day trippers e quindi il punto panoramico in assoluto più visitato. E' comunque da vedere in quanto offre una splendida ed ampia vista sul canyon.

I primi due look out points raggiunti dalla navetta sono Trailview Overlook e Maricopa Point, vicini al Grand Canyon Village. Possono essere trascurati, dal momento che presentano una visuale molto simile a quella di Mather Point. Il terzo look out point è Powell. 



Il successivo è Hopi point, uno dei migliori, con un'ampia vista del Colorado. Si tratta di uno dei punti migliori per tramonto ed alba. In occasione del tramonto tende ad essere molto affollato e ci potrebbe essere coda per prendere la navetta. 



Il quarto punto di osservazione è Mohave, con una vista ancora migliore di Hopi.Anche in questo caso si tratta di un punto panoramico molto valido sia per l'alba che per il tramonto.

Il quinto, the Abyss, è così chiamato perchè si tratta di uno strapiombo di quasi 1000 metri. Pima point è un po' spostato rispetto alla strada. Da qui il Greenway Trail conduce attraverso la foresta fino al bordo del canyon, con un'ottima vista.

Mohave è stato il punto che abbiamo scelto per vedere il sorgere del sole sul Canyon. Alle 5,30 siamo saliti a bordo di una navetta, con una decina di persone. Sono scese a Hopi e noi abbiamo avuto Mohave tutto per noi. Il silenzio assoluto e il cielo che inizia piano piano ad illuminarsi. I raggi delsole che accendono i colori delle pareti rocciose. Il cielo punteggiato di nuvole come fiocchi di cotone. L'aria frizzante del mattino. E la sensazione di solitudine. Uno spettacolo da vedersi almeno una volta nella vita.







Desert View Drive

Ad est del Village, inizia Desert View Drive. A differenza di Hermit Road, questa strada è sempre aperta al traffico privato. Rappresenta quindi una soluzione perfetta per visitare una serie di punti panoramici molto interessanti, alcuni particolarmente spettacolari al tramonto, e lasciare il parco, dirigendosi verso le possibili tappe successive di un classico giro dei parchi, Page, con i due Antelope Canyons, il Lake Powell e Horseshoe Bend, oppure Monument Valley. 

https://www.nps.gov/grca/planyourvisit/desert-view-drive.htm

Prima di imboccare la Desert View Drive, non si può fare a meno di fare una sosta a Mather Point, uno dei più panoramici più belli e più affollati del Grand Canyon



I punti di osservazione lungo questa strada sono

  • Pipe Creek Vista, che offre un panorama simile a Mather Point, ma molto meno affollato
  • Duck on a Rock, così chiamato per una caratteristica formazione rocciosa



  • Yaki Point, uno dei migliori per vedere l'alba, ma raggiungibile solo con la navetta arancione
  • Shoshone Point, raggiungibile con una passeggiata a piedi da un parcheggio, che offre alcune delle più belle viste sul Grand Canyon. Non ci sono cartelli che indichino questo punto, per cui bisogna cercare il piccolo parcheggio e il cancello sul lato nord della strada al miglio 246 (2,3 miglia ad est dell'inizi di Desert View Drive al Grand Canyon Village). 
  • Grandview Point: raggiungibile a piedi lungo uno stretto sentiero che può essere particolarmente scivoloso in caso di maltempo.
  • Moran Point: Moran Point con bellissima vista sul Red Canyon. Curioso il pino che cresce tra due colonne di roccia.


  • Lipan Point, che offre le migliori viste sul fiume Colorado e da dove abbiamo ammirato uno splendido tramonto, reso drammatico dalle nuvole gonfie di pioggia


  • Navajo Point, da cui si può ammirare in distanza la torre di pietra che caratterizza il successivo punto panoramico



  • Desert View Point caratterizzato dalla suggestiva watchtower costruita nel 1932

Percorrendo la Desert View Drive, potrà facilmente capitare di vedere numerose macchine parcheggiate ai lati della strada. Se vi fermerete per capirne il motivo, avrete molte probabilità di avere un incontro ravvicinato con un cervo, avvistato da una prima auto che poi, come una calamita, ha attirato tutte le successive.




Informazioni pratiche

Dormire almeno una notte all'interno del parco è assolutamente consigliato. I prezzi sono un po' più alti rispetto a città come Flagstaff, Williams o Sedona, ma la possibilità di godersi l'alba è assolutamente senza prezzo. 

Occorre prenotare con largo anticipo. Nel nostro caso cercando di prenotare a marzo per agosto abbiamo già avuto pochissima scelta, trovando comunque una buona sistemazione al Kachina Lodge. Gli alberghi dei parchi spesso non sono presenti nei principali siti di prenotazione alberghiera. A suo tempo noi avevamo prenotato attraverso il sito https://www.grandcanyonlodges.com/lodging/kachina-lodge/.

Per cena una buona scelta era stato il Bright Angel Lodge Restaurant.

Uscendo dal Grand Canyon lungo la Desert View Drive, una sistemazione comoda per cenare e passare la notte è il The Cameron Trading Post Hotel. 



sabato 6 marzo 2021

Venezia ai tempi del Covid


Gondole Venezia Alba San Marco


Venezia è uno di quei luoghi in cui puoi tornare e tornare e tornare, senza mai stancartene. E' un luogo senza tempo, magico, ma la cui magia è troppo spesso rovinata dai troppi turisti che ne affollano le strette calli.
L'estate dell'anno del Covid ha offerto la possibilità di rivedere questa città unica al mondo senza troppa folla. Per la prima volta, inoltre, anzichè un solo week end, vi abbiamo passato 5 giorni, girandola con calma e concedendoci alcuni piccoli lussi.

Giro in gondola

La gondola è sicuramente uno dei simboli di Venezia. L'avevo anche sempre considerata un'esperienza troppo "da turisti americani" e troppo cara per valerne la pena. Ma questa volta, avendo un po' di giorni da passare nella città lagunare, avevamo deciso di provare l'esperienza di vederne i canali da una prospettiva diversa. E non ce ne siamo pentiti, tutt'altro. Vedere la linea slanciata della gondola scivolare silenziosa sulle acque dei canali, quasi una lama nera che taglia la superficie dell'acqua, passare sotto il Ponte dei Sospiri, ammirare Piazza San Marco da un differente prospettiva hanno completamente giustificato il costo della gondola, costo che non è poi così eccessivo.
 Noi ci eravamo documentati al sito seguente venezia-help.com e, almeno per quanto riguarda la nostra esperienza, possiamo confermare che la tariffa base per un giro diurno è di 80 euro. Ci è stato proposto di allungare il percorso e con un minimo di contrattazione di ci siamo accordati per un giro di un po' più di un'ora per 100 euro. Non è regalata, ma in tre sono poco più di 30 euro a testa. Il bello è che il costo  è per la gondola, fino ad un massimo di 6 persone.
Il giro fatto è quello che parte da Stazio Danieli, il servizio gondole proprio di fronte a Palazzo Ducale, che permette di vedere alcuni dei punti più famosi di Venezia.

Venezia Palazzo Ducale San Marco

       

Gondola Venezia Ponte dei sospiri
                                                    

     
                                                                                                         

Un po' di informazioni sulla gondola, tratte dal sito veneziaeventi.com:
"lunga 11 m e pesante 600 Kg, viene costruita negli “squeri” ed è fatta di otto diversi tipi di legno, ma ci sono anche degli elementi in metallo, ovvero il “ferro” di prora con il caratteristico pettine a sei denti che rappresenta i sei sestieri di Venezia, ha lo scopo di proteggere la prua da possibili collisioni e di bilanciare il peso del gondoliere. Il suo peso va dai 10 kg in su a seconda del metallo usato.
La sua forma a ‘S’ dovrebbe simulare l’andamento del Canal Grande, sotto la lama principale ha un pettine formato da 6 denti (rebbi) che ricordano i 6 sestieri in cui è divisa Venezia.
I sestieri sono i quartieri di Venezia, divisa per l’appunto in sei zone principali: Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Marco, San Polo e Santa Croce.
Una sorta di dente che si protende all’indietro verso il centro della gondola indica la Giudecca e il “cappello del Doge”, l’archetto sopra il dente più alto del pettine, rappresenta il Ponte di Rialto. Nelle gondole più recenti, sono presenti anche 3 rifiniture, come dei ricami, detti “foglie” e posti tra le 6 barrette anteriori e che rappresentano le 3 isole più importanti della laguna veneta: Murano, Burano e Torcello.



Il caratteristico colore nero le viene da un’ordinanza del Magistrato alle Pompe che mirava a ridimensionare lo sfarzo con cui nobili e ricchi decoravano le proprie barche.
Ma è anche una generale caratteristica di tutte le imbarcazioni venete, dovuta all’uso della pece come impermeabilizzante.
Nel 1580 si potevano contare circa 10.000 gondole, oggi in laguna non se ne contano più di 500."


Squero di San Trovaso

Visto il numero di gondole che storicamente esistevano a Venezia, è facile immaginare il numero di cantieri destinati a costruirle e ripararle. 
Questi cantieri erano e sono (i pochi che ancora oggi esistono) chiamati squeri. 

Nel seguito un po' di informazioni tratte dal sito https://www.veneziaeventi.com/.

L’etimologia del nome potrebbe essere legata alla parola dialettale squara, ossia la squadra, strumento di lavoro fondamentale per i maestri d’ascia. Secondo altre fonti, il termine potrebbe derivare dalla parola inglese square (“quadrato”) a indicare la forma delle tettoie in legno usate nei cantieri per tenere le imbarcazioni al coperto o ancora, potrebbe derivare dal greco (eschárion), “cantiere”.

Lo squero è caratterizzato da un piano inclinato verso il canale o il rio per la messa a secco e il varo delle barche. Alle spalle del piano, recintato su due lati, è presente una costruzione in legno coperta e aperta verso il piano di varo, detta tesa talvolta associata ad un piano superiore destinato ad abitazione dello squerariol. La tesa costituisce allo stesso tempo la zona di lavoro vera e propria, al riparo dalle intemperie, e il deposito degli attrezzi.

Nel corso degli anni molti squeri sono scomparsi e altri sono stati trasformati a causa della notevole diminuzione dell’uso delle barche a remi. In questi ultimi anni l’uso della vetroresina al posto del legno ha ulteriormente aumentato la crisi di questo settore artigianale. L’attività degli squeri ancora presenti nella città è legata principalmente alla gondola e in parte alle altre imbarcazioni a remi e a vela tipiche della laguna di Venezia.

Attualmente nell’ambito cittadino, insieme ad alcuni cantieri minori, sopravvivono solo sei squeri propriamente detti: tre a Dorsoduro, due alla Giudecca e uno a Castello.

I tre squeri di Dorsoduro sono lo squero Tramontin, agli Ognissanti; il confinante squero Bonaldo, sempre agli Ognissanti ma che ha perso completamente la sua funzione, divenendo rimessaggio barche; lo squero noto come Squero di San Trovaso. Questi squeri producono quasi esclusivamente gondole.

I due squeri della Giudecca sono lo squero Crea, proprietà del regatante Gianfranco Vianello detto Crea, che è anche l’unico a consegnare le gondole complete di tutti gli accessori compresi remi e forcole, e lo squero Costantini-Dei Rossi, molto fedele alla tipologia classica dello squero.

Lo squero di Castello è lo squero San Giuseppe, proprietà della Società di Mutuo Soccorso fra Carpentieri e Calfati.

Lo Squero di San Trovaso che prende il nome dalla chiesa adiacente appartiene alla Cooperativa Daniele Manin ed è il più famoso, quantomeno come struttura. 

L’attività di questo squero è testimoniata fin dal 600 ed è uno splendido esempio di squero che ha conservato intatto tutto il suo fascino originale, con le tese per il ricovero delle barche e il piano in terra battuta degradante verso il canale per il varo a mano delle imbarcazioni, con il solo aiuto di rulli in legno.

La sua particolarità è che le case d’abitazione delle maestranze sono del tutto anomale rispetto al contesto urbano di Venezia. Testimone di un’antica arte in via di estinzione, è possibile visitarlo, vedere all’opera la maestria dei carpentieri e sentire ancora gli antichi odori di legno e canapa.

Venezia Gondola Squero San Trovaso





Sulla riva opposta rispetto allo Squero di San Trovaso,si trova l'Osteria Al Squero, un piccolo bacaro, con vasta scelta di cicchetti di ottima qualità. Locale molto piccolo, per cui molto probabilmente si finirà per mangiare all'esterno, ammirando lo squero di fronte.

Scala Contarini del Bovolo
La si trova spesso indicata tra i luoghi segreti di Venezia. Ovviamente non ha nulla di segreto e negli ultimi anni ha visto crescere via via il numero di visitatori. 
A causa del Covid, tuttavia, questa crescita si è interrotta e, anche per merito dell'obbligo di prenotazione online, abbiamo potuto visitarla praticamente in solitudine.
La scala è molto bella e splendida la vista di cui si gode. Come detto è tutto tranne che "segreta", ma è comunque da visitare.

                                                   




Per la prenotazione dei biglietti, dal costo di 7 euro e 6 euro i ridotti, abbiamo usato il sito ticketlandia.

Ca' d'Oro
Uno dei piu' bei palazzi sul Canal Grande, splendido esempio di gotico veneziano, la Ca' d'Oro e' cosi' chiamata per i pannelli dorati che in origine ne decoravano la facciata.

Il barone Giorgio Franchetti acquisto il palazzo, che all'epoca versava in un cattivo stato di conservazione, nel 1894 e ne inizio' il restauro per riportarlo al suo aspetto originario. 

Oltre che come propria abitazione, Giorgio Franchetti uso' la Ca' d'Oro per ospitare la propria collezione di opere d'arte. Alla sua morte, nel 1922, egli lascio' il palazzo e la proria collezione allo stato e nel 1927 ebbe luogo l'inaugurazione del museo Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'oro, tra i cui capolavori spicca il San Sebastiano di Andrea Mantegna.

Ca' d'oro San Sebastiano

Ma oltre che per la collezione d'arte, una visita alla Ca' d'Oro è immancabile per l'emozione di entrare in un vero palazzo signorile veneziano e per la vista che se ne ha sul Canal Grande.





Stranamente, malgrado il Covid, i biglietti si potevano fare solo di persona. Noi a suo tempo non abbiamo avuto nessun problema ad entrare. Poca gente e molto distanziata.


Chiesa di San Zaccaria
Situata nel sestiere Castello, a meno di 10 minuti da Piazza San Marco, la Chiesa di San Zaccaria è molto antica, la prima costruzione risale al IX secolo, per ospitarvi i resti del padre di san Giovanni Battista.
L'attuale aspetto della chiesa è tuttavia di epoca rinascimentale ed ha inglobato alcune parti più antiche come la Cappella San Tarasio (ricavata dall’antica abside della vecchia chiesa). All'interno si trovano le sepolture di 8 dogi.
Ma la peculiarità della chiesa è la cripta allagata a cui su accede dalla Cappella di San Tarasio. Il livello dell'acqua è variabile e quando noi l'abbiamo visitata era abbastanza alto da comportare l'inaccessibilità della maggior parte di essa.
Molto bella anche la Cappella di San Tarasio, anche chiamata Cappella d'Oro, con un bel pavimento a mosaico, splendidi dipinti e soprattutto tre polittici gotici intagliati e dorati.



            

Sottoportego di Corte Nova

Un sottoportego (o sotoportego in veneziano) è una caratteristica urbanistica tipica di Venzia, in pratica un passaggio pedonale ottenuto attraversando il corpo di un edificio, una sorta di sottopasso a livello del suolo.
Il Sottoportego di Corte Nova, situato nel sestiere Castello, collega Calle Zorzi con la Corte Nova ed ha la caratteristica unica di servire anche come cappella votiva.




Secondo la tradizione, nel 1630 una donna della zona ebbe una visione della Madonna e ricevette da questa la raccomandazione di dipingere un quadro con la sua immagine in compagnia dei santi Rocco, Sebastiano e Giustina

Nel 1630 una pia donna, quasi mistica, di nome Giovanna, abitante nel Sestiere di Castello , ebbe la visione della Madonna che le raccomandò, per vincere la peste, di dipingere un quadro rappresentante la Sua immagine e quelle dei santi Rocco, Sebastiano e Giustina, e di appenderlo alla parete del sottoportego della Corte Nova. 




Nel lastricato si può vedere una mattonella rossa, che indicherebbe il punto in cui la peste, che stava devastando Venezia, si fermò, bloccata dall'immagine della Madonna.


Ed ancora oggi nessun veneziano la calpesterebbe, per paura della cattiva sorte.



Alba dal Ponte dell'Accademia
Ponte in legno, che collega i sesitieri di Dorsoduro e San Marco. Costruito nel 1933 doveva inizialmente essere solo un ponte temporaneo, in attesa della costruzione di uno in pietra, ma per la sua robustezza e bellezza non venne mai sostituito.
Offre una splendida vista sul Canal Grande ed e' uno dei punti migliori da cui ammirare l'alba. Non si vede direttamente sorgere il sole, ma i raggi radenti illuminano in modo spettacolare la Basilica di Santa Maria della Salute.
Il ponte attrae parecchi appassionati, per cogliere il sorgere del sole, per cui meglio arrivare con discreto anticipo.





Mercato di Rialto
Lasciando il Ponte dell'Accademia, in circa 20 minuti, ci si può recare al mercato di Rialto, il più antico di Venezia.
E' diviso in due distinte zone, l'Erbaria, il mercato della frutta e verdura, situato appunto nel Campo dell'Erbaria e la Pescaria, il mercato del pesce, ospitato nel famosa Loggia in stile neogotico, realizzata nel 1907.
Il mercato di Rialto è ormai anche un'attrazione turistica. Quando l'ho visitato, vi erano purtroppo pochi banchi, sia nella zona ortofrutticola, sia nella zona del mercato ittico. A questo hanno probabilmente contribuito il fatto che fossimo in agosto, che fosse mattina presto (anche se comunque il mercato apre alle 7,30) e la crisi che il mercato sta comunque vivendo, dovuta allo spopolamento di Venezia, con sempre meno residenti e più turisti.

 













    

                              
          
  
                                            
La zona attorno al mercato merita assolutamente di essere visitata, a partire da Campo San Giacometo, praticamente ai piedi del Ponte di Rialto, dove si trova l'omonima chiesa, ritenuta il più antico edificio di Venezia (secondo la tradizione sarebbe stata costruita il 25 marzo 421, data della fondazione della città stessa)




                                                                      
In Campo San Giacometo si trova anche la statua del Gobbo di Rialto. In realtà si tratta della statua di un uomo curvo a sorreggere una scaletta che permetteva di raggiungere il tronco di una colonna da cui venivano annunciate le principali disposizioni della serenissima e veniva data lettura delle sentenze capitali. Costruito nel 1541 da Pietro da Salò, il "gobbo di Rialto" venne posto nel luogo di incontro di mercanti e uomini d'affari per dare  annuncio delle decisioni più importanti dello Stato veneziano e delle condanne capitali. Questa statua divenne ben presto anche una vera e propria "statua parlante", come quella del Pasquino di Roma, cioè il punto esatto in cui lasciare bigliettini con frasi ingiuriose o beffe anonime sui potenti di turno per esprimere tutto il malumore del popolo nei confronti delle decisioni dei potenti.                                                                                                                                     Nella zona attorno al mercato si trovano moltissimi ristoranti e locali per l'aperitivo
Fondaco dei Tedeschi

Dal Mercato di Rialto, attraversando il famoso ponte, si raggiunge il Fondaco dei Tedeschi, un centro commerciale di lusso che varrebbe una visita per sè (specialmente durante i saldi), ma da cui soprattutto si può godere una splendida vista sul Canal Grande e sui tetti di Venezia.
In origine fu la sede dei mercanti tedeschi che lo usavano come magazzino e alloggio. 
Nel 1925 venne acquistato dalle Poste e Telegrafi e nel 1939 divenne la sede centrale delle Poste a Venezia. Nel 2008 il Gruppo Benetton lo acquistò per trasformarlo nell'attuale centro commerciale.



Se si resiste alla tentazione di acquistare qualcosa nelle numerose boutiques, la visita alla terrazza panoramica è completamente gratuita, ma occorre prenotare online. Attenzione che è meglio prenotare con qualche giorno di anticipo per essere sicuri di trovare posto. Purtroppo la terrazza chiude alle 18,30, per cui nei mesi estivi non è possibile ammirarvi il tramonto, che immagino spettacolare. Ma la bellezza del Canal Grande e la vista sui tetti della Serenissima sono a disposizione in tutti i mesi dell'anno.




   




  

Usciti dal Fondaco, il tramonto si può comunque ammirare dal Ponte di Rialto. Da qui il vaporetto diretto a San marco offrirà una splendida vista sul Canal Grande







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The trip from Konya to Goreme, where we had our hotel for our stay in Cappadocia, took about 3 hours.  Along the way we stopped at the Sulta...