mercoledì 3 marzo 2021

Road tour negli Stati Uniti - Quarta tappa - da Las Vegas al Grand Canyon

In un viaggio on the road negli Stati Uniti, gli spostamenti possono limitarsi a percorrere più velocemente possibile il tratto di strada che ci separa dalla nostra prossima tappa, oppure possono diventare parte integrante del viaggio, a volte tra le più emozionanti.

Nello spostamento da Las Vegas al Grand Canyon e’ possibile percorrere alcuni tratti della Route 66, la mother road, di cui avevamo già visto la fine al Santa Monica Pier a Los Angeles.

kingman route 66 arizona

I tratti superstiti della Route 66 iniziano a Kingman, a circa due ore di auto da Las Vegas, lungo la US-93. Dopo Kingman, anziche' procedere lungo la I-40, devieremo prendendo la W Historic Rte 66.

                                                                                                               

Tra  i luoghi iconici legati alla mother road che si possono vedere a Kingman val la pena di menzionare l'Hotel Beale al 325 E Andy Devine Ave. Un tempo l'albergo più importante della città, per diversi ann proprietà del padre dell'attore Andy Devine, è ormai abbandonato, uno dei tanti relitti che restano a testimoniare della passata grandezza di quella che fu una delle prime highway statunitensi.


                                                                                                      Molto caratteristico è anche Mr D’Z Route 66, ristorante con tipici burgers e starters, con atmosfera anni '50

    

Nei pressi di questo ristorante vi è un venditore di auto d'epoca che vale assolutamente la pena di vedere

      
Complessivamente Kingman è una buona opportunità di sosta nel tragitto tra Las Vegas e il Grand Canyon, sosta che permetterà di respirare un po' di aria anni '50 ed eventualmente di gustare qualche buon piatto di cucina messicana al ristorante El Palacio.

Da  Kingman la   tappa successiva è Hackberry ed  in particolare  l’Hackberry  General  Store (www.hackberrygeneralstore.com), circa 25 miglia a Nord Est di Kingman. Si tratta di una vecchia stazione di rifornimento trasformata in un negozio di memorabilia legai alla Route 66. In origine un emporio, noto con il nome di The Northside Grocery, iniziò l'attività nel 1934, per servire le auto che transitavano sulla Route 66 che passava a nord della cittadina. Rimase in attività fino al 1978, quando l'Interstate di fatto svuotò dal traffico la Route 66.


Hackberry General Store, Route 66  

 





Tappa successiva lungo i resti della Route 66 è Seligman, in cui si respira l'atmosfera di “Radiator Springs”, la città del film Cars.


Seligman
 






Ultima tappa è Williams, che a differenza delle precedenti è una vera città che non vive solo per il mito della Route 66, anche se i ricordi della route ovviamente abbondano. Per altro Williams fu l'ultima città ad essere bypassata dall'Interstate 40.
                                                                                                                        
                                                                                                                                                                

Williams è anche un possibile punto di partenza per per la visita al South Rim del Grand Canyon, da cui dista un centinaio di chilometri. Per un certo tempo avevamo considerato questa possibilità, perima di scoprire gli alberghi all'interno del parco ed avere la fortuna di trovarvi posto.
Per chi dovesse soggiornare a Williams, esiste anche la possibilità di raggiungere il Grand Canyon in treno, sfruttando la Grand Canyon Railway (www.thetrain.com), la linea ferroviaria inaugurata nel 1901 che collega appunto la città al parco. Ovviamente se si raggiunge il Canyon in terno, ci si dovrà spostare usando unicamente le navette, ma queste sono comunque molto frequenti e nei mesi da marzo a ottobre la Hermit road, la strada panoramica che percorre la parte occidentale del parco, e' comunque chiusa al traffico privato.


lunedì 1 marzo 2021

Road tour negli Stati Uniti - Terza tappa - Las Vegas

In un qualunque tour del Sud Ovest degli Stati Uniti, Las Vegas e' una tappa quasi obbligata. 

Dal punto di vista logistico permette di spezzare il viaggio tra Los Angeles e i grandi parchi dell'Ovest, siano essi il Grand Canyon, o il Bryce o l'area di Page, con il Lake Powell e gli Antelope Canyons o la stessa Monument Valley. Ed è uno di quei posti da visitare almeno una volta nella vita, anche solo per poter dire, come nel mio caso, "non ci tornerei".

Intendiamoci: è una città ricchissima di attrattive, spettacoli di ogni tipo, con star internazionali, ristoranti per tutti i gusti, dagli stellati ai fast food, cinema, musical, insomma veramente "tutto quanto fa spettacolo". Ma io l'ho trovata finta, una Disneyland per adulti. Una città di alberghi, più o meno grandi, più o meno belli, senza abitanti, o meglio senza abitanti nella zona dei turisti che ne affollano le stradi ed i locali.

Las Vegas è una città recente, la più grande città americana fondata nel XX secolo, un'oasi in mezzo ad un territorio desertico che proprio alla presenza di acqua deve le sue fortune. Inizialmente era semplicemente una stazione di rifornimento di acqua sulla linea ferroviaria che unica Los Angeles e Salt Lake City. Se all'acqua furono legate le sue origini, all'acqua si dovette anche la sua crescita, nel momento in cui divenne il "Gateway to the Hoover Dam". Nel 1931 iniziò la costruzione della diga e questo spinse migliaia di lavoratori a stabilirsi a Las Vegas, che vede così aumentare in modo considerevole la popolazione e contribuì alla crescita economica dell'area, in un momento in cui gli Stati Uniti erano preda della Grande Depressione.

Nello stesso anno il gioco d'azzardo venne legalizzato nel Nevada e i primi casinò aprirono a Fremont Street. 

Nel 1941 il primo casinò, El Rancho Vegas, aprì in quel tratto du US 91 che sarebbe poi divenuta The Strip, la pulsante arteria del divertimento di Las Vegas.

Nel 1946 il gangster Bugsy Siegel inaugurò il Flamingo, quello che sarebbe stato per molti anni il più celebre tra i casinò di Vegas. Sin City era nel pieno del suo sviluppo e ci sarebbero voluti anni prima che la sua etichetta malavitosa venisse ripulita e la città si trasformasse nella capitale mondiale del divertimento.

Nessuna visita a Las Vegas può prescindere da The Strip, la strada dei grandi alberghi, in cui si nel giro di un paio di isolati si passa da New York, a Parigi, a Venezia. Da girare soprattutto la sera, sia per lo spettacolo dei mille neon accesi, sia per il caldo insopportabile di giorno.

Visitare la Strip occupa tranquillamente una giornata intera, soprattutto se si entra negli alberghi, se ci si mette alla prova con slot machines o altri giochi, per provare l'emozione di vincere, o molto più probabilmente perdere, qualche dollaro.

E' dentro i grandi resort che si troveranno anche negozi di lusso di ogni possibile brand ed è sempre nei resort che si troveranno ristoranti per ogni gusto e per ogni portafoglio, dagli stellati ai fast food.


 


                         
Tra i molti spettacoli gratuiti che Las Vegas può offrire ai suoi visitatori, uno dei più apprezzati è quello delle fontane del Bellagio. Si tratta di uno spettacolo di suoni e luci con le fontane che sembrano letteralmente danzare al suono della musica. Gli spettacoli dal lunedì al venerdì sono da mezzogiorno alle 8 di sera ogni mezzora, poi dalle 8 di sera fino a mezzanotte ogni 15 minuti. Al sabato, domenica e nelle festività dalle 3 di pomeriggio ogni mezzora fino alle 8 di sera, e poi fino a mezzanotte ogni 15 minuti.

Se si ha tempo, oltre la Strip una zona di Las Vegas che merita assolutamente una visita è Freemont Street, la zona più antica di Las Vegas, dove sorsero i primi casinò, tra cui il più famoso tuttora in attività è sicuramente il Golden Nugget. All'interno, in omaggio al suo nome, si potranno ammirare due enormi pepite d'oro, tra cui quella chiamata Hand of Faith, dal peso di 27 Kg,  trovata in Australia nel 1980. E se le pepite non sono abbastanza, all'interno del casinò vi è anche una grande piscina, con uno scivolo che attraversa una vasca di squali.
Il tratto di strada tra South Main Street e North 4th Street è stato ribattezzato Fremont Street Experience, un tratto coperto, lungo 450 metri, in cui la copertura è realizzata con una struttura formata da oltre 12 milioni di lampadine a LED che ogni notte si trasforma in un gigantesco schermo per concerti e spettacoli di luci.

Freemont Street Experience è affollata, caotica, una sorta di carnevale che si ripete instancabile ogni giorno a beneficio dei molti turisti che popolano la città del peccato.




      

    
E ogni visita di Las Vegas non può che finire con una foto al Welcome to Fabulous Las Vegas Sign, situato all'estremità meridionale della Strip.




Informazioni pratiche: con circa 150000 camere d'albergo, trovare un alloggio a Las Vegas non è sicuramente difficile, ma la scelta eccessiva rischia di rendere la scelta complicata. Nel nostro caso abbiamo cambiato prenotazione almeno 3-4 volte prima di scegliere il New York Hotel. Il consiglio è ovviamente quello di cercare un albergo sulla Strip, possibilmente in posizione abbastanza centrale. Vi sono strutture e camere per tutti i prezzi, per cui è opportuno osservare frequentemente variazioni ed offerte, alla ricerca di un "buon affare". Da tenere presente che in quasi tutti i grandi casinò occorre pagare, in aggiunta al costo della camera, una "resort fee" giornaliera, che include servizi aggiuntivi come il wifi (ebbene si), il parcheggio e poco altro (non illudetevi che includa, ad esempio, le attrazioni dell'albergo, come ad esempio, nel caso del New York, il suo ottovolante).








































mercoledì 20 gennaio 2021

Road tour negli Stati Uniti - Seconda tappa - Da Los Angeles a Death Valley



Death Valley dista da Los Angeles circa 240 miglia.  Lo spostamento da Los Angeles richiede circa 4 ore. Non vi e' nulla di particolare da vedere durante il viaggio. Il paesaggio e' tutto sommato noioso, semidesertico, con pochi centri abitati lungo la strada. Traffico molto scarso.

Ogni tanto capiterà di vedere passare un lunghissimo treno merci (non avevo mai viso nulla del genere prima), oppure una distesa di pannelli fotovoltaici o un campo di generatori eolici.



La raccomandazione e' quelle di evitare di scendere troppo sotto meta' serbatoio prima di fare rifornimento, visto che non saranno molti i distributori che incontrerete lungo la strada. Noi avevamo previsto di fare una sosta a Ridgecrest, dove oltre a dei distributori vi era un Walmart, per fare un po' di acquisti per il prosieguo del viaggio.

Ogni tanto si coglie qualche bel panorama. Un'occasione per scendere dall'auto e sgranchirsi un po' le gambe.



Poco prima di arrivare a destinazione, quando il paesaggio era già decisamente desertico, ci siamo imbattuti in un..... allagamento. La strada era diventata una sequenza di grandi pozze fangose, al termine della quale l'auto era completamente ricoperta di uno strato sottile di fango. Asciugandosi questo si trasformò in una polvere sottile che rivestì completamente l'auto per diversi giorni.
Fu quello il nostro primo incontro con un flash flood, acquazzoni improvvisi e molto violenti, tipici del periodo estivo, che rappresentano un reale pericolo se ci si trova all'interno di uno slot canyon, come ad esempio Antelope.

Arriviamo a destinazione verso il tramonto. Per la notte avevamo prenotato a Stovepipe Wells. Albergo in stile western, carino e a un prezzo ragionevole. Nei pressi dell'albergo vi è un general store e un distributore di benzina. Prezzi un po' più alti che in altri, ma nulla di eccessivo.

stovepipe wells general store death valleysunset death valley stovepipe wells 


Abbiamo cenato presso il ristorante dell'albergo, unica scelta nei pressi. E dopo cena bagno in piscina, con asciugatura rapida al caldo della sera.

La mattina dopo inizia la nostra visita a Death Valley. Come per molti altri parchi americani, la maggior parte delle attrazioni sono visitabili in auto più un breve tratto a piedi. E nel caso di Death Valley, con temperature che facilmente  superano i 45 gradi d'estate, sarebbe oggettivamente difficile fare lunghe camminate.

La prima destinazione sono le Mesquite Flat Sand Dunes , a breve distanza dall'albergo.

Mesquite Flat Sand Dunes Death ValleyMesquite Flat Sand Dunes Death Valley


La tappa successiva a pochi minuti di auto è Devil's Corn Fields

Devil's Corn Fields Death ValleyDevil's Corn Fields Death Valley

Procediamo quindi verso il Golden Canyon, che raggiungiamo dopo aver oltrepassato il centro visitatori a Furnace Creek.
Breve passeggiata dal parcheggio, per visitare le pareti color oro del canyon.

Golden Canyon Death ValleyGolden Canyon Death Valley


Tappa successiva è stato i percorso ad anello di Artist's Drive, un percorso panoramico attraverso una serie di collinette di diversi colori. Il punto in cui questi colori sono più visibili è chiamato Artist's Palette. Avendone l'opportunità, meglio visitare questa zona nel tardo pomeriggio o la mattina presto, per le migliori condizioni luminose.


Artist Drive Artist Palette Death Valley


Artist Drive Artist Palette Death Valley
Artist Drive Artist Palette Death Valley

Terminato il percorso lungo Artist's Drive, la sosta successiva è stata al Badwater Basin, il punto più basso del Nord America e degli Stati Uniti , con una profondità di 84 m sotto il livello del mare.

Si tratta di un antico lago salato. L'evaporazione delle sue acque ha lasciato un deposito di sale che si estende per una superficie di circa 30kmq.  

Dall’area parcheggio si accede a questo deserto di sale attraverso una passerella di legno che prosegue poi con un sentiero che si inoltra per centinaia di metri all'interno del bacino. Purtroppo noi ci siamo interrotti abbastanza presto perchè nostro figlio, all'epoca dodicenne, non si stava sentendo bene per il gran caldo. 


Badwater Death Valley

Badwater Death Valley

Badwater Death Valley


L'ultima tappa del nostro giro alla Death Valley e' stato Zabriskie Point.

Come nel caso delle altre attrazioni, Zabriskie Point si raggiunge comnodamente in auto. Proprio sotto al punto di osservazione si trova un parcheggio e da li' dopo pochi minuti a piedi, sotto un sole torrido, ci si trova di fronte ad uno dei piu' bei panorami della Death Valley. 

Zabriskie Point Death Valley


Zabriskie Point Death Valley


Per quando l'abbiamo visto nelle ore  peggiori per il caldo e la qualita' della luce, lo spettacolo era comunque affascinante ed alieno al tempo stesso. Calanchi neri, bianchi e gialli sotto un cielo blu cobalto. 

Zabriskie Point Death Valley


Zabriskie Point Death Valley

Zabriskie Point Death Valley


Zabriskie Point è stata l'ultima tappa del nostro giro nella Death Valley. E' stato  comunque un bene averla visitata come prima tappa dl nostro road trip, perchè per quanto affascinante, impallidisce di fronte a quanto abbiamo visto nel prosieguo del viaggio.

Sulla base della nostra esperienza, sconsiglierei di visitare Death Valley come day trip da Las Vegas. La cosa migliore sarebbe arrivare nel pomeriggio non troppo tardi e dormire a Furnace Creek, in modo da poter vedere il tramonto da Zabriskie Point.

Siamo partiti da Death Valley con destinazione Las Vegas, facendo una sosta per rifornimento di carburante e pranzo ad Amargosa Valley.
Amargosa si trova abbastanza vicina alla famosa Area 51 ed il ristorante dove abbiamo pranzato era per lo meno in stile.


Area 51 Amargosa Valley

Area 51 Amargosa Valley
                                    Area 51 Amargosa Valley

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The trip from Konya to Goreme, where we had our hotel for our stay in Cappadocia, took about 3 hours.  Along the way we stopped at the Sulta...