giovedì 14 gennaio 2021

Road Trip In Italia - Seconda Parte Ercolano


Viaggiare al tempo del Covid presenta sicuramente qualche complessità in più, come la necessità di prenotare le visite online (e acquistare l'ingresso in anticipo, sperando di non essere poi costretti a cancellare). Ma al di là del Covid, vi sono cose a me incomprensibili. 

Perchè un sito come quello di Ercolano, nel mese di luglio, quindi nel pieno della stagione turistica, deve essere chiuso il martedì (e  la vicina Pompei è chiusa il lunedì)? In tutto il mondo un sito archeologico di questo tipo sarebbe aperto ogni giorno, ma da noi no, si chiude un giorno alla settimana anche a luglio ed agosto, incomprensibilmente.

Perchè, una volta acquistato il biglietto online e ricevutolo via mail, lo si deve poi stampare per presentarlo all'ingresso, pena il non venire ammessi, anche avendolo regolarmente pagato? Io amo pianificare i nostri viaggi in dettaglio, per cui avevamo le nostre copie stampate, ma abbiamo visto turisti italiani e stranieri rimandati indietro perchè non avevano una copia cartacea del biglietto, pur avendo la mail con il pdf con il biglietto stesso. Una vera assurdità.

Perchè all'interno di tutto il sito non vi è nessun punto di ristoro in cui poter acquistare anche solo un po' d'acqua (almeno a Pompei vi sono parecchie fontanelle)? Solo all'esterno del sito vi sono un paio di distributori di bottigliette di acqua, ma all'interno nulla. E in piena estate il caldo è notevole.

Detto ciò il sito è ovviamente molto bello, emozionante passeggiare per le vie di una città di duemila anni fa. Ammirare le antiche dimore signorili, molte con ancora tracce di affreschi e mosaici.

Rimanere sgomenti di fronte allo spettacolo degli scheletri delle vittime dell'eruzione, che avevano cercato riparo nei fornici, i ripari per le barche, nella speranza forse di fuggire via mare dalla furia dell'eruzione.

Il sito è complessivamente abbastanza ben tenuto e si visita tranquillamente in circa mezza giornata. Come detto all'interno del parco non vi è alcun punto di ristoro ed i pochi posti dove mangiare nei pressi non sono particolarmente invitanti. Ma in una decina di minuti a piedi vi è una buona scelta di ristoranti e pizzerie.









                         













domenica 10 gennaio 2021

Road Trip In italia - Prima Parte Tuscia Viterbese

 

Complice il Covid, la scorsa estate, dopo parecchi anni siamo tornati a trascorrere le nostre vacanze in Italia. Per vari motivi, tra cui la speranza poi tramontata di riuscire ad andare in Giordania, abbiamo fatto due periodi brevi, inizialmente una settimana a luglio e poi cinque giorni a Venezia a fine agosto.

Viaggio in auto, per poterci gestire liberamente l’itinerario e non rischiare di prenotare voli che potessero poi venire cancellati.

Il primo viaggio, a luglio, aveva come meta Pompei ed Ercolano, che io avevo visto molti anni prima e che moglie e figlio non avevano ancora mai visto, e Roma, uno dei desideri di nostro figlio.

Prima tappa, per spezzare il viaggio è stata Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo. Civita è nota come la città che muore, visto che lo sperone di tufo sui cui è costruita è destinato, prima o poi, a collassare.

Lasciata l’auto presso uno dei parcheggi, si ha uno splendido colpo d’occhio di Civita dal belvedere, prima di attraversare il ponte pedonale, costruito negli anni ’60, che unisce il territorio di Bagnoregio a Civita, una sorta di isola in un mare di calanchi. Al termine del ponte, Porta di Santa Maria permette di accedere all’abitato, un borgo medioevale rimasto in gran parte intatto.

Siamo arrivati nel pomeriggio, sotto un cielo grigio, con nuvole che promettevano pioggia. Poca gente che si aggirava tra i vicoli del paese. Un po’ l’orario, un po' la minaccia di pioggia, un po’ il Covid ci hanno permesso di visitare questo borgo senza la confusione che probabilmente ci sarebbe stata in un periodo normale.

Il borgo in se’ è sicuramente molto ben tenuto e caratteristico, così come il paesaggio circostante, ma benchè autentico a me è sembrato “finto”. L’impressione è di un paese di seconde case, in generale molto curate, ma non vissute, non abitate. D’altra parte è sicuramente un paese scomodo in cui vivere, che probabilmente ha nel turismo la principale fonte di reddito.

E’ stata comunque una interessante per visitare sia pure velocemente una parte di territorio, la Tuscia viterbese, che non conoscevamo assolutamente.

Informazioni pratiche: per entrare a Civita di Bagnoregio, è necessario acquistare un biglietto del costo di 5 euro. Questo si può acquistare online all'indirizzo https://articketing.vocces.com/proceso-reserva/ oppure in loco. 

Ci sono due biglietterie, una a Bagnoregio, in Piazzale Battaglini, dove vi è anche un ampio parcheggio, attiva nei giorni di maggior afflusso, ed una all'imbocco del ponte pedonale.

Da Piazzale Battaglini occorrono 15-20 minuti a piedi per raggiungere il ponte che dà accesso a Civita. 



                                                                                                                                            


       
                                                                                             

                                        
                                                

La sera abbiamo pernottato ad Attigliano, a poco più di 30 km. Il programma iniziale prevedeva impatti di visitare, la mattina successiva, prima di riprendere la strada per Pompei, il Sacro Bosco di Bomarzo (conosciuto anche come Parco dei Mostri). 

Purtroppo però avevamo realizzato troppo tardi che, conseguenza dell'epidemia, la visita doveva essere prenotata in anticipo e non vi erano più posti per la mattina. Ci siamo pertanto diretti verso un altro antico borgo della tuscia, Calcata. Anche questo come Civita è costruito su uno sperone di tufo, ma rispetto a Civita è più abitato, un borgo turistico ma non solo.

A mantenere Calcata un più viva, malgrado la costruzione di Calcata Nuova a pochi minuti in auto dal borgo antico, contribuì una comunità di artigiani ed artisti che a partire dagli anni 60 vi si trasferirono, per viverci e lavorare. Passeggiando per le vie del paese si notano botteghe artigiane, in molti casi prevalentemente indirizzate ai numerosi turisti.

Calcata è stata  anche set di diversi film, a cominciare da Amici Miei, dove i cinque amici si divertono a creare panico tra gli abitanti del vecchio centro, inducendoli a credere che le case del paese sarebbero state abbattute per costruire una nuova autostrada.


Calcata compare anche in un video della canzone "Una storia sbagliata", con Fabrizio De Andrè e Massimo Bubola che cantano seduti sui gradini di una chiesa (https://youtu.be/WXR1z6h6Jio).

Questa canzone era stata scritta su commissione della Rai, destinata ad essere la sigla della trasmissione "Dietro il processo", inchiesta sulle morti di Pasolini e dell'aspirante attrice Wilma Montesi.

Tra le altre curiosità di Calcata, vi è il fatto che per diversi secoli conservò una singolarissima reliquia, il “santo prepuzio di Gesù”. 

Questo sarebbe stato conservato dalla Madonna, per poi essere consegnato alla Maddalena e ricomparire, mille anni dopo, nelle mani di Carlo Magno. Carlo il Calvo lo portò poi a Roma, dove venne custodito in San Giovanni in Laterano fino al 1527, anno del Sacco di Roma, quando venne rubato da un soldato lanzichenecco. Questi venne catturato a Calcata e nascose questa reliquia nella cella in venne rinchiuso. 

Nel 1557 la reliquia venne ritrovata e da allora fu al centro di una profonda venerazione, venendo esposta ai fedeli nella chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano nell'occasione del capodanno.

Questa tradizione continuò, malgrado la proibizione del Sant'Uffizio arrivata già agli inizi del secolo, fino a quando nel 1983 la reliquia venne rubata senza essere più ritrovata.

Calcata è in ogni caso un borgo piacevole da visitare, perdendosi nelle sue strette viette, esclusivamente pedonali, ed assaggiando gli ottimi piatti della zona in uno dei molti ristoranti.

Informazioni pratiche: come detto il centro di Calcata è esclusivamente pedonale. Vi è un ampio parcheggio a circa 10 minuti a piedi dal paese, a cui è collegato da un ampio sentiero pedonale. 









domenica 29 marzo 2020

Scimmie della Malesia


Scimmie. Scimmie simpatiche. Scimmie tenerissime con i loro piccoli. Scimmie dispettose ed anche aggressive. Scimmie cosi' simili all'uomo. 

Per chiunque si rechi in Malesia, le scimmie sono forse l'animale che si incontrera' piu' frequentemente.

A Bukit Melawati o Melawati Hill, una collina vicino a Kuala Selangorn, su cui si trovano un faro ed un vecchio forte, vive una colonia di scimmie silver leaf. Si tratta di animali assolutamente abituati all'uomo; diversi chioschetti permettono di acquistare banane ed altro cibo con cui nutrirle. Attenzione comunque che possono anche diventare aggressive, soprattutto se percepiscono una qualche minaccia per i loro piccoli.











Tutta la zona nei pressi di Bukit Melawati e' abitata da colonie di scimmie.

Per chi si reca a visitare lo Sky Mirror, le numerose scimmie che si aggirano nei pressi dell'area di attesa aiuteranno a far passare il tempo in attesa dell'imbarco








Per chiunque nel suo viaggio in Malesia si trovi a Kuala Lumpur, e' d'obbligo una visita alle Batu Caves, uno dei luoghi sacri dell'Induismo in Malesia.

Scoperte solo nel 1860, divennero un luogo sacro a partire dal 1890, quando all'interno della grotta piu' grande venne deposta una statua consacrata al dio Murugan.

Ben prima che le grotte fossero conosciute agli uomini, una colonia di macachi abitava la collina in cui queste si trovano ed ancora oggi convivono con la folla che visita le grotte.

E' normale leggere che queste scimmie possono risultare aggressive, letteralmente assalire i turisti lungo la scalinata che conduce alle grotte. In base alla nostra esperienza, con un minimo di attenzione, queste scimmie non costituiscono alcun pericolo, ma solo opportunita' fotografiche. Evitate di avere del cibo in mano o di "sventolare" berretti che possano suscitare la curiosita' di queste scimmie e i macachi vi lasceranno assolutamente in pace.






















OTR in Turkey - Day Nine - From Konya to Cappadocia

The trip from Konya to Goreme, where we had our hotel for our stay in Cappadocia, took about 3 hours.  Along the way we stopped at the Sulta...