sabato 6 marzo 2021

Venezia ai tempi del Covid


Gondole Venezia Alba San Marco


Venezia è uno di quei luoghi in cui puoi tornare e tornare e tornare, senza mai stancartene. E' un luogo senza tempo, magico, ma la cui magia è troppo spesso rovinata dai troppi turisti che ne affollano le strette calli.
L'estate dell'anno del Covid ha offerto la possibilità di rivedere questa città unica al mondo senza troppa folla. Per la prima volta, inoltre, anzichè un solo week end, vi abbiamo passato 5 giorni, girandola con calma e concedendoci alcuni piccoli lussi.

Giro in gondola

La gondola è sicuramente uno dei simboli di Venezia. L'avevo anche sempre considerata un'esperienza troppo "da turisti americani" e troppo cara per valerne la pena. Ma questa volta, avendo un po' di giorni da passare nella città lagunare, avevamo deciso di provare l'esperienza di vederne i canali da una prospettiva diversa. E non ce ne siamo pentiti, tutt'altro. Vedere la linea slanciata della gondola scivolare silenziosa sulle acque dei canali, quasi una lama nera che taglia la superficie dell'acqua, passare sotto il Ponte dei Sospiri, ammirare Piazza San Marco da un differente prospettiva hanno completamente giustificato il costo della gondola, costo che non è poi così eccessivo.
 Noi ci eravamo documentati al sito seguente venezia-help.com e, almeno per quanto riguarda la nostra esperienza, possiamo confermare che la tariffa base per un giro diurno è di 80 euro. Ci è stato proposto di allungare il percorso e con un minimo di contrattazione di ci siamo accordati per un giro di un po' più di un'ora per 100 euro. Non è regalata, ma in tre sono poco più di 30 euro a testa. Il bello è che il costo  è per la gondola, fino ad un massimo di 6 persone.
Il giro fatto è quello che parte da Stazio Danieli, il servizio gondole proprio di fronte a Palazzo Ducale, che permette di vedere alcuni dei punti più famosi di Venezia.

Venezia Palazzo Ducale San Marco

       

Gondola Venezia Ponte dei sospiri
                                                    

     
                                                                                                         

Un po' di informazioni sulla gondola, tratte dal sito veneziaeventi.com:
"lunga 11 m e pesante 600 Kg, viene costruita negli “squeri” ed è fatta di otto diversi tipi di legno, ma ci sono anche degli elementi in metallo, ovvero il “ferro” di prora con il caratteristico pettine a sei denti che rappresenta i sei sestieri di Venezia, ha lo scopo di proteggere la prua da possibili collisioni e di bilanciare il peso del gondoliere. Il suo peso va dai 10 kg in su a seconda del metallo usato.
La sua forma a ‘S’ dovrebbe simulare l’andamento del Canal Grande, sotto la lama principale ha un pettine formato da 6 denti (rebbi) che ricordano i 6 sestieri in cui è divisa Venezia.
I sestieri sono i quartieri di Venezia, divisa per l’appunto in sei zone principali: Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Marco, San Polo e Santa Croce.
Una sorta di dente che si protende all’indietro verso il centro della gondola indica la Giudecca e il “cappello del Doge”, l’archetto sopra il dente più alto del pettine, rappresenta il Ponte di Rialto. Nelle gondole più recenti, sono presenti anche 3 rifiniture, come dei ricami, detti “foglie” e posti tra le 6 barrette anteriori e che rappresentano le 3 isole più importanti della laguna veneta: Murano, Burano e Torcello.



Il caratteristico colore nero le viene da un’ordinanza del Magistrato alle Pompe che mirava a ridimensionare lo sfarzo con cui nobili e ricchi decoravano le proprie barche.
Ma è anche una generale caratteristica di tutte le imbarcazioni venete, dovuta all’uso della pece come impermeabilizzante.
Nel 1580 si potevano contare circa 10.000 gondole, oggi in laguna non se ne contano più di 500."


Squero di San Trovaso

Visto il numero di gondole che storicamente esistevano a Venezia, è facile immaginare il numero di cantieri destinati a costruirle e ripararle. 
Questi cantieri erano e sono (i pochi che ancora oggi esistono) chiamati squeri. 

Nel seguito un po' di informazioni tratte dal sito https://www.veneziaeventi.com/.

L’etimologia del nome potrebbe essere legata alla parola dialettale squara, ossia la squadra, strumento di lavoro fondamentale per i maestri d’ascia. Secondo altre fonti, il termine potrebbe derivare dalla parola inglese square (“quadrato”) a indicare la forma delle tettoie in legno usate nei cantieri per tenere le imbarcazioni al coperto o ancora, potrebbe derivare dal greco (eschárion), “cantiere”.

Lo squero è caratterizzato da un piano inclinato verso il canale o il rio per la messa a secco e il varo delle barche. Alle spalle del piano, recintato su due lati, è presente una costruzione in legno coperta e aperta verso il piano di varo, detta tesa talvolta associata ad un piano superiore destinato ad abitazione dello squerariol. La tesa costituisce allo stesso tempo la zona di lavoro vera e propria, al riparo dalle intemperie, e il deposito degli attrezzi.

Nel corso degli anni molti squeri sono scomparsi e altri sono stati trasformati a causa della notevole diminuzione dell’uso delle barche a remi. In questi ultimi anni l’uso della vetroresina al posto del legno ha ulteriormente aumentato la crisi di questo settore artigianale. L’attività degli squeri ancora presenti nella città è legata principalmente alla gondola e in parte alle altre imbarcazioni a remi e a vela tipiche della laguna di Venezia.

Attualmente nell’ambito cittadino, insieme ad alcuni cantieri minori, sopravvivono solo sei squeri propriamente detti: tre a Dorsoduro, due alla Giudecca e uno a Castello.

I tre squeri di Dorsoduro sono lo squero Tramontin, agli Ognissanti; il confinante squero Bonaldo, sempre agli Ognissanti ma che ha perso completamente la sua funzione, divenendo rimessaggio barche; lo squero noto come Squero di San Trovaso. Questi squeri producono quasi esclusivamente gondole.

I due squeri della Giudecca sono lo squero Crea, proprietà del regatante Gianfranco Vianello detto Crea, che è anche l’unico a consegnare le gondole complete di tutti gli accessori compresi remi e forcole, e lo squero Costantini-Dei Rossi, molto fedele alla tipologia classica dello squero.

Lo squero di Castello è lo squero San Giuseppe, proprietà della Società di Mutuo Soccorso fra Carpentieri e Calfati.

Lo Squero di San Trovaso che prende il nome dalla chiesa adiacente appartiene alla Cooperativa Daniele Manin ed è il più famoso, quantomeno come struttura. 

L’attività di questo squero è testimoniata fin dal 600 ed è uno splendido esempio di squero che ha conservato intatto tutto il suo fascino originale, con le tese per il ricovero delle barche e il piano in terra battuta degradante verso il canale per il varo a mano delle imbarcazioni, con il solo aiuto di rulli in legno.

La sua particolarità è che le case d’abitazione delle maestranze sono del tutto anomale rispetto al contesto urbano di Venezia. Testimone di un’antica arte in via di estinzione, è possibile visitarlo, vedere all’opera la maestria dei carpentieri e sentire ancora gli antichi odori di legno e canapa.

Venezia Gondola Squero San Trovaso





Sulla riva opposta rispetto allo Squero di San Trovaso,si trova l'Osteria Al Squero, un piccolo bacaro, con vasta scelta di cicchetti di ottima qualità. Locale molto piccolo, per cui molto probabilmente si finirà per mangiare all'esterno, ammirando lo squero di fronte.

Scala Contarini del Bovolo
La si trova spesso indicata tra i luoghi segreti di Venezia. Ovviamente non ha nulla di segreto e negli ultimi anni ha visto crescere via via il numero di visitatori. 
A causa del Covid, tuttavia, questa crescita si è interrotta e, anche per merito dell'obbligo di prenotazione online, abbiamo potuto visitarla praticamente in solitudine.
La scala è molto bella e splendida la vista di cui si gode. Come detto è tutto tranne che "segreta", ma è comunque da visitare.

                                                   




Per la prenotazione dei biglietti, dal costo di 7 euro e 6 euro i ridotti, abbiamo usato il sito ticketlandia.

Ca' d'Oro
Uno dei piu' bei palazzi sul Canal Grande, splendido esempio di gotico veneziano, la Ca' d'Oro e' cosi' chiamata per i pannelli dorati che in origine ne decoravano la facciata.

Il barone Giorgio Franchetti acquisto il palazzo, che all'epoca versava in un cattivo stato di conservazione, nel 1894 e ne inizio' il restauro per riportarlo al suo aspetto originario. 

Oltre che come propria abitazione, Giorgio Franchetti uso' la Ca' d'Oro per ospitare la propria collezione di opere d'arte. Alla sua morte, nel 1922, egli lascio' il palazzo e la proria collezione allo stato e nel 1927 ebbe luogo l'inaugurazione del museo Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'oro, tra i cui capolavori spicca il San Sebastiano di Andrea Mantegna.

Ca' d'oro San Sebastiano

Ma oltre che per la collezione d'arte, una visita alla Ca' d'Oro è immancabile per l'emozione di entrare in un vero palazzo signorile veneziano e per la vista che se ne ha sul Canal Grande.





Stranamente, malgrado il Covid, i biglietti si potevano fare solo di persona. Noi a suo tempo non abbiamo avuto nessun problema ad entrare. Poca gente e molto distanziata.


Chiesa di San Zaccaria
Situata nel sestiere Castello, a meno di 10 minuti da Piazza San Marco, la Chiesa di San Zaccaria è molto antica, la prima costruzione risale al IX secolo, per ospitarvi i resti del padre di san Giovanni Battista.
L'attuale aspetto della chiesa è tuttavia di epoca rinascimentale ed ha inglobato alcune parti più antiche come la Cappella San Tarasio (ricavata dall’antica abside della vecchia chiesa). All'interno si trovano le sepolture di 8 dogi.
Ma la peculiarità della chiesa è la cripta allagata a cui su accede dalla Cappella di San Tarasio. Il livello dell'acqua è variabile e quando noi l'abbiamo visitata era abbastanza alto da comportare l'inaccessibilità della maggior parte di essa.
Molto bella anche la Cappella di San Tarasio, anche chiamata Cappella d'Oro, con un bel pavimento a mosaico, splendidi dipinti e soprattutto tre polittici gotici intagliati e dorati.



            

Sottoportego di Corte Nova

Un sottoportego (o sotoportego in veneziano) è una caratteristica urbanistica tipica di Venzia, in pratica un passaggio pedonale ottenuto attraversando il corpo di un edificio, una sorta di sottopasso a livello del suolo.
Il Sottoportego di Corte Nova, situato nel sestiere Castello, collega Calle Zorzi con la Corte Nova ed ha la caratteristica unica di servire anche come cappella votiva.




Secondo la tradizione, nel 1630 una donna della zona ebbe una visione della Madonna e ricevette da questa la raccomandazione di dipingere un quadro con la sua immagine in compagnia dei santi Rocco, Sebastiano e Giustina

Nel 1630 una pia donna, quasi mistica, di nome Giovanna, abitante nel Sestiere di Castello , ebbe la visione della Madonna che le raccomandò, per vincere la peste, di dipingere un quadro rappresentante la Sua immagine e quelle dei santi Rocco, Sebastiano e Giustina, e di appenderlo alla parete del sottoportego della Corte Nova. 




Nel lastricato si può vedere una mattonella rossa, che indicherebbe il punto in cui la peste, che stava devastando Venezia, si fermò, bloccata dall'immagine della Madonna.


Ed ancora oggi nessun veneziano la calpesterebbe, per paura della cattiva sorte.



Alba dal Ponte dell'Accademia
Ponte in legno, che collega i sesitieri di Dorsoduro e San Marco. Costruito nel 1933 doveva inizialmente essere solo un ponte temporaneo, in attesa della costruzione di uno in pietra, ma per la sua robustezza e bellezza non venne mai sostituito.
Offre una splendida vista sul Canal Grande ed e' uno dei punti migliori da cui ammirare l'alba. Non si vede direttamente sorgere il sole, ma i raggi radenti illuminano in modo spettacolare la Basilica di Santa Maria della Salute.
Il ponte attrae parecchi appassionati, per cogliere il sorgere del sole, per cui meglio arrivare con discreto anticipo.





Mercato di Rialto
Lasciando il Ponte dell'Accademia, in circa 20 minuti, ci si può recare al mercato di Rialto, il più antico di Venezia.
E' diviso in due distinte zone, l'Erbaria, il mercato della frutta e verdura, situato appunto nel Campo dell'Erbaria e la Pescaria, il mercato del pesce, ospitato nel famosa Loggia in stile neogotico, realizzata nel 1907.
Il mercato di Rialto è ormai anche un'attrazione turistica. Quando l'ho visitato, vi erano purtroppo pochi banchi, sia nella zona ortofrutticola, sia nella zona del mercato ittico. A questo hanno probabilmente contribuito il fatto che fossimo in agosto, che fosse mattina presto (anche se comunque il mercato apre alle 7,30) e la crisi che il mercato sta comunque vivendo, dovuta allo spopolamento di Venezia, con sempre meno residenti e più turisti.

 













    

                              
          
  
                                            
La zona attorno al mercato merita assolutamente di essere visitata, a partire da Campo San Giacometo, praticamente ai piedi del Ponte di Rialto, dove si trova l'omonima chiesa, ritenuta il più antico edificio di Venezia (secondo la tradizione sarebbe stata costruita il 25 marzo 421, data della fondazione della città stessa)




                                                                      
In Campo San Giacometo si trova anche la statua del Gobbo di Rialto. In realtà si tratta della statua di un uomo curvo a sorreggere una scaletta che permetteva di raggiungere il tronco di una colonna da cui venivano annunciate le principali disposizioni della serenissima e veniva data lettura delle sentenze capitali. Costruito nel 1541 da Pietro da Salò, il "gobbo di Rialto" venne posto nel luogo di incontro di mercanti e uomini d'affari per dare  annuncio delle decisioni più importanti dello Stato veneziano e delle condanne capitali. Questa statua divenne ben presto anche una vera e propria "statua parlante", come quella del Pasquino di Roma, cioè il punto esatto in cui lasciare bigliettini con frasi ingiuriose o beffe anonime sui potenti di turno per esprimere tutto il malumore del popolo nei confronti delle decisioni dei potenti.                                                                                                                                     Nella zona attorno al mercato si trovano moltissimi ristoranti e locali per l'aperitivo
Fondaco dei Tedeschi

Dal Mercato di Rialto, attraversando il famoso ponte, si raggiunge il Fondaco dei Tedeschi, un centro commerciale di lusso che varrebbe una visita per sè (specialmente durante i saldi), ma da cui soprattutto si può godere una splendida vista sul Canal Grande e sui tetti di Venezia.
In origine fu la sede dei mercanti tedeschi che lo usavano come magazzino e alloggio. 
Nel 1925 venne acquistato dalle Poste e Telegrafi e nel 1939 divenne la sede centrale delle Poste a Venezia. Nel 2008 il Gruppo Benetton lo acquistò per trasformarlo nell'attuale centro commerciale.



Se si resiste alla tentazione di acquistare qualcosa nelle numerose boutiques, la visita alla terrazza panoramica è completamente gratuita, ma occorre prenotare online. Attenzione che è meglio prenotare con qualche giorno di anticipo per essere sicuri di trovare posto. Purtroppo la terrazza chiude alle 18,30, per cui nei mesi estivi non è possibile ammirarvi il tramonto, che immagino spettacolare. Ma la bellezza del Canal Grande e la vista sui tetti della Serenissima sono a disposizione in tutti i mesi dell'anno.




   




  

Usciti dal Fondaco, il tramonto si può comunque ammirare dal Ponte di Rialto. Da qui il vaporetto diretto a San marco offrirà una splendida vista sul Canal Grande







mercoledì 3 marzo 2021

Road tour negli Stati Uniti - Quarta tappa - da Las Vegas al Grand Canyon

In un viaggio on the road negli Stati Uniti, gli spostamenti possono limitarsi a percorrere più velocemente possibile il tratto di strada che ci separa dalla nostra prossima tappa, oppure possono diventare parte integrante del viaggio, a volte tra le più emozionanti.

Nello spostamento da Las Vegas al Grand Canyon e’ possibile percorrere alcuni tratti della Route 66, la mother road, di cui avevamo già visto la fine al Santa Monica Pier a Los Angeles.

kingman route 66 arizona

I tratti superstiti della Route 66 iniziano a Kingman, a circa due ore di auto da Las Vegas, lungo la US-93. Dopo Kingman, anziche' procedere lungo la I-40, devieremo prendendo la W Historic Rte 66.

                                                                                                               

Tra  i luoghi iconici legati alla mother road che si possono vedere a Kingman val la pena di menzionare l'Hotel Beale al 325 E Andy Devine Ave. Un tempo l'albergo più importante della città, per diversi ann proprietà del padre dell'attore Andy Devine, è ormai abbandonato, uno dei tanti relitti che restano a testimoniare della passata grandezza di quella che fu una delle prime highway statunitensi.


                                                                                                      Molto caratteristico è anche Mr D’Z Route 66, ristorante con tipici burgers e starters, con atmosfera anni '50

    

Nei pressi di questo ristorante vi è un venditore di auto d'epoca che vale assolutamente la pena di vedere

      
Complessivamente Kingman è una buona opportunità di sosta nel tragitto tra Las Vegas e il Grand Canyon, sosta che permetterà di respirare un po' di aria anni '50 ed eventualmente di gustare qualche buon piatto di cucina messicana al ristorante El Palacio.

Da  Kingman la   tappa successiva è Hackberry ed  in particolare  l’Hackberry  General  Store (www.hackberrygeneralstore.com), circa 25 miglia a Nord Est di Kingman. Si tratta di una vecchia stazione di rifornimento trasformata in un negozio di memorabilia legai alla Route 66. In origine un emporio, noto con il nome di The Northside Grocery, iniziò l'attività nel 1934, per servire le auto che transitavano sulla Route 66 che passava a nord della cittadina. Rimase in attività fino al 1978, quando l'Interstate di fatto svuotò dal traffico la Route 66.


Hackberry General Store, Route 66  

 





Tappa successiva lungo i resti della Route 66 è Seligman, in cui si respira l'atmosfera di “Radiator Springs”, la città del film Cars.


Seligman
 






Ultima tappa è Williams, che a differenza delle precedenti è una vera città che non vive solo per il mito della Route 66, anche se i ricordi della route ovviamente abbondano. Per altro Williams fu l'ultima città ad essere bypassata dall'Interstate 40.
                                                                                                                        
                                                                                                                                                                

Williams è anche un possibile punto di partenza per per la visita al South Rim del Grand Canyon, da cui dista un centinaio di chilometri. Per un certo tempo avevamo considerato questa possibilità, perima di scoprire gli alberghi all'interno del parco ed avere la fortuna di trovarvi posto.
Per chi dovesse soggiornare a Williams, esiste anche la possibilità di raggiungere il Grand Canyon in treno, sfruttando la Grand Canyon Railway (www.thetrain.com), la linea ferroviaria inaugurata nel 1901 che collega appunto la città al parco. Ovviamente se si raggiunge il Canyon in terno, ci si dovrà spostare usando unicamente le navette, ma queste sono comunque molto frequenti e nei mesi da marzo a ottobre la Hermit road, la strada panoramica che percorre la parte occidentale del parco, e' comunque chiusa al traffico privato.


lunedì 1 marzo 2021

Road tour negli Stati Uniti - Terza tappa - Las Vegas

In un qualunque tour del Sud Ovest degli Stati Uniti, Las Vegas e' una tappa quasi obbligata. 

Dal punto di vista logistico permette di spezzare il viaggio tra Los Angeles e i grandi parchi dell'Ovest, siano essi il Grand Canyon, o il Bryce o l'area di Page, con il Lake Powell e gli Antelope Canyons o la stessa Monument Valley. Ed è uno di quei posti da visitare almeno una volta nella vita, anche solo per poter dire, come nel mio caso, "non ci tornerei".

Intendiamoci: è una città ricchissima di attrattive, spettacoli di ogni tipo, con star internazionali, ristoranti per tutti i gusti, dagli stellati ai fast food, cinema, musical, insomma veramente "tutto quanto fa spettacolo". Ma io l'ho trovata finta, una Disneyland per adulti. Una città di alberghi, più o meno grandi, più o meno belli, senza abitanti, o meglio senza abitanti nella zona dei turisti che ne affollano le stradi ed i locali.

Las Vegas è una città recente, la più grande città americana fondata nel XX secolo, un'oasi in mezzo ad un territorio desertico che proprio alla presenza di acqua deve le sue fortune. Inizialmente era semplicemente una stazione di rifornimento di acqua sulla linea ferroviaria che unica Los Angeles e Salt Lake City. Se all'acqua furono legate le sue origini, all'acqua si dovette anche la sua crescita, nel momento in cui divenne il "Gateway to the Hoover Dam". Nel 1931 iniziò la costruzione della diga e questo spinse migliaia di lavoratori a stabilirsi a Las Vegas, che vede così aumentare in modo considerevole la popolazione e contribuì alla crescita economica dell'area, in un momento in cui gli Stati Uniti erano preda della Grande Depressione.

Nello stesso anno il gioco d'azzardo venne legalizzato nel Nevada e i primi casinò aprirono a Fremont Street. 

Nel 1941 il primo casinò, El Rancho Vegas, aprì in quel tratto du US 91 che sarebbe poi divenuta The Strip, la pulsante arteria del divertimento di Las Vegas.

Nel 1946 il gangster Bugsy Siegel inaugurò il Flamingo, quello che sarebbe stato per molti anni il più celebre tra i casinò di Vegas. Sin City era nel pieno del suo sviluppo e ci sarebbero voluti anni prima che la sua etichetta malavitosa venisse ripulita e la città si trasformasse nella capitale mondiale del divertimento.

Nessuna visita a Las Vegas può prescindere da The Strip, la strada dei grandi alberghi, in cui si nel giro di un paio di isolati si passa da New York, a Parigi, a Venezia. Da girare soprattutto la sera, sia per lo spettacolo dei mille neon accesi, sia per il caldo insopportabile di giorno.

Visitare la Strip occupa tranquillamente una giornata intera, soprattutto se si entra negli alberghi, se ci si mette alla prova con slot machines o altri giochi, per provare l'emozione di vincere, o molto più probabilmente perdere, qualche dollaro.

E' dentro i grandi resort che si troveranno anche negozi di lusso di ogni possibile brand ed è sempre nei resort che si troveranno ristoranti per ogni gusto e per ogni portafoglio, dagli stellati ai fast food.


 


                         
Tra i molti spettacoli gratuiti che Las Vegas può offrire ai suoi visitatori, uno dei più apprezzati è quello delle fontane del Bellagio. Si tratta di uno spettacolo di suoni e luci con le fontane che sembrano letteralmente danzare al suono della musica. Gli spettacoli dal lunedì al venerdì sono da mezzogiorno alle 8 di sera ogni mezzora, poi dalle 8 di sera fino a mezzanotte ogni 15 minuti. Al sabato, domenica e nelle festività dalle 3 di pomeriggio ogni mezzora fino alle 8 di sera, e poi fino a mezzanotte ogni 15 minuti.

Se si ha tempo, oltre la Strip una zona di Las Vegas che merita assolutamente una visita è Freemont Street, la zona più antica di Las Vegas, dove sorsero i primi casinò, tra cui il più famoso tuttora in attività è sicuramente il Golden Nugget. All'interno, in omaggio al suo nome, si potranno ammirare due enormi pepite d'oro, tra cui quella chiamata Hand of Faith, dal peso di 27 Kg,  trovata in Australia nel 1980. E se le pepite non sono abbastanza, all'interno del casinò vi è anche una grande piscina, con uno scivolo che attraversa una vasca di squali.
Il tratto di strada tra South Main Street e North 4th Street è stato ribattezzato Fremont Street Experience, un tratto coperto, lungo 450 metri, in cui la copertura è realizzata con una struttura formata da oltre 12 milioni di lampadine a LED che ogni notte si trasforma in un gigantesco schermo per concerti e spettacoli di luci.

Freemont Street Experience è affollata, caotica, una sorta di carnevale che si ripete instancabile ogni giorno a beneficio dei molti turisti che popolano la città del peccato.




      

    
E ogni visita di Las Vegas non può che finire con una foto al Welcome to Fabulous Las Vegas Sign, situato all'estremità meridionale della Strip.




Informazioni pratiche: con circa 150000 camere d'albergo, trovare un alloggio a Las Vegas non è sicuramente difficile, ma la scelta eccessiva rischia di rendere la scelta complicata. Nel nostro caso abbiamo cambiato prenotazione almeno 3-4 volte prima di scegliere il New York Hotel. Il consiglio è ovviamente quello di cercare un albergo sulla Strip, possibilmente in posizione abbastanza centrale. Vi sono strutture e camere per tutti i prezzi, per cui è opportuno osservare frequentemente variazioni ed offerte, alla ricerca di un "buon affare". Da tenere presente che in quasi tutti i grandi casinò occorre pagare, in aggiunta al costo della camera, una "resort fee" giornaliera, che include servizi aggiuntivi come il wifi (ebbene si), il parcheggio e poco altro (non illudetevi che includa, ad esempio, le attrazioni dell'albergo, come ad esempio, nel caso del New York, il suo ottovolante).








































OTR in Turkey - Day Nine - From Konya to Cappadocia

The trip from Konya to Goreme, where we had our hotel for our stay in Cappadocia, took about 3 hours.  Along the way we stopped at the Sulta...