Venezia è uno di quei luoghi in cui puoi tornare e tornare e tornare, senza mai stancartene. E' un luogo senza tempo, magico, ma la cui magia è troppo spesso rovinata dai troppi turisti che ne affollano le strette calli.
L'estate dell'anno del Covid ha offerto la possibilità di rivedere questa città unica al mondo senza troppa folla. Per la prima volta, inoltre, anzichè un solo week end, vi abbiamo passato 5 giorni, girandola con calma e concedendoci alcuni piccoli lussi.
Giro in gondola
La gondola è sicuramente uno dei simboli di Venezia. L'avevo anche sempre considerata un'esperienza troppo "da turisti americani" e troppo cara per valerne la pena. Ma questa volta, avendo un po' di giorni da passare nella città lagunare, avevamo deciso di provare l'esperienza di vederne i canali da una prospettiva diversa. E non ce ne siamo pentiti, tutt'altro. Vedere la linea slanciata della gondola scivolare silenziosa sulle acque dei canali, quasi una lama nera che taglia la superficie dell'acqua, passare sotto il Ponte dei Sospiri, ammirare Piazza San Marco da un differente prospettiva hanno completamente giustificato il costo della gondola, costo che non è poi così eccessivo.
Noi ci eravamo documentati al sito seguente
venezia-help.com e, almeno per quanto riguarda la nostra esperienza, possiamo confermare che la tariffa base per un giro diurno è di 80 euro. Ci è stato proposto di allungare il percorso e con un minimo di contrattazione di ci siamo accordati per un giro di un po' più di un'ora per 100 euro. Non è regalata, ma in tre sono poco più di 30 euro a testa. Il bello è che il costo è per la gondola, fino ad un massimo di 6 persone.
Il giro fatto è quello che parte da Stazio Danieli, il servizio gondole proprio di fronte a Palazzo Ducale, che permette di vedere alcuni dei punti più famosi di Venezia.
Un po' di informazioni sulla gondola, tratte dal sito veneziaeventi.com:
"lunga 11 m e pesante 600 Kg, viene costruita negli “squeri” ed è fatta di otto diversi tipi di legno, ma ci sono anche degli elementi in metallo, ovvero il “ferro” di prora con il caratteristico pettine a sei denti che rappresenta i sei sestieri di Venezia, ha lo scopo di proteggere la prua da possibili collisioni e di bilanciare il peso del gondoliere. Il suo peso va dai 10 kg in su a seconda del metallo usato.
La sua forma a ‘S’ dovrebbe simulare l’andamento del Canal Grande, sotto la lama principale ha un pettine formato da 6 denti (rebbi) che ricordano i 6 sestieri in cui è divisa Venezia.
I sestieri sono i quartieri di Venezia, divisa per l’appunto in sei zone principali: Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Marco, San Polo e Santa Croce.
Una sorta di dente che si protende all’indietro verso il centro della gondola indica la Giudecca e il “cappello del Doge”, l’archetto sopra il dente più alto del pettine, rappresenta il Ponte di Rialto. Nelle gondole più recenti, sono presenti anche 3 rifiniture, come dei ricami, detti “foglie” e posti tra le 6 barrette anteriori e che rappresentano le 3 isole più importanti della laguna veneta: Murano, Burano e Torcello.
Il caratteristico colore nero le viene da un’ordinanza del Magistrato alle Pompe che mirava a ridimensionare lo sfarzo con cui nobili e ricchi decoravano le proprie barche.
Ma è anche una generale caratteristica di tutte le imbarcazioni venete, dovuta all’uso della pece come impermeabilizzante.
Nel 1580 si potevano contare circa 10.000 gondole, oggi in laguna non se ne contano più di 500."
Squero di San Trovaso
Visto il numero di gondole che storicamente esistevano a Venezia, è facile immaginare il numero di cantieri destinati a costruirle e ripararle.
Questi cantieri erano e sono (i pochi che ancora oggi esistono) chiamati squeri.
Nel seguito un po' di informazioni tratte dal sito https://www.veneziaeventi.com/.
L’etimologia del nome potrebbe essere legata alla parola dialettale squara, ossia la squadra, strumento di lavoro fondamentale per i maestri d’ascia. Secondo altre fonti, il termine potrebbe derivare dalla parola inglese square (“quadrato”) a indicare la forma delle tettoie in legno usate nei cantieri per tenere le imbarcazioni al coperto o ancora, potrebbe derivare dal greco (eschárion), “cantiere”.
Lo squero è caratterizzato da un piano inclinato verso il canale o il rio per la messa a secco e il varo delle barche. Alle spalle del piano, recintato su due lati, è presente una costruzione in legno coperta e aperta verso il piano di varo, detta tesa talvolta associata ad un piano superiore destinato ad abitazione dello squerariol. La tesa costituisce allo stesso tempo la zona di lavoro vera e propria, al riparo dalle intemperie, e il deposito degli attrezzi.
Nel corso degli anni molti squeri sono scomparsi e altri sono stati trasformati a causa della notevole diminuzione dell’uso delle barche a remi. In questi ultimi anni l’uso della vetroresina al posto del legno ha ulteriormente aumentato la crisi di questo settore artigianale. L’attività degli squeri ancora presenti nella città è legata principalmente alla gondola e in parte alle altre imbarcazioni a remi e a vela tipiche della laguna di Venezia.
Attualmente nell’ambito cittadino, insieme ad alcuni cantieri minori, sopravvivono solo sei squeri propriamente detti: tre a Dorsoduro, due alla Giudecca e uno a Castello.
I tre squeri di Dorsoduro sono lo squero Tramontin, agli Ognissanti; il confinante squero Bonaldo, sempre agli Ognissanti ma che ha perso completamente la sua funzione, divenendo rimessaggio barche; lo squero noto come Squero di San Trovaso. Questi squeri producono quasi esclusivamente gondole.
I due squeri della Giudecca sono lo squero Crea, proprietà del regatante Gianfranco Vianello detto Crea, che è anche l’unico a consegnare le gondole complete di tutti gli accessori compresi remi e forcole, e lo squero Costantini-Dei Rossi, molto fedele alla tipologia classica dello squero.
Lo squero di Castello è lo squero San Giuseppe, proprietà della Società di Mutuo Soccorso fra Carpentieri e Calfati.
Lo Squero di San Trovaso che prende il nome dalla chiesa adiacente appartiene alla Cooperativa Daniele Manin ed è il più famoso, quantomeno come struttura.
L’attività di questo squero è testimoniata fin dal 600 ed è uno splendido esempio di squero che ha conservato intatto tutto il suo fascino originale, con le tese per il ricovero delle barche e il piano in terra battuta degradante verso il canale per il varo a mano delle imbarcazioni, con il solo aiuto di rulli in legno.
La sua particolarità è che le case d’abitazione delle maestranze sono del tutto anomale rispetto al contesto urbano di Venezia. Testimone di un’antica arte in via di estinzione, è possibile visitarlo, vedere all’opera la maestria dei carpentieri e sentire ancora gli antichi odori di legno e canapa.
Sulla riva opposta rispetto allo Squero di San Trovaso,si trova l'Osteria Al Squero, un piccolo bacaro, con vasta scelta di cicchetti di ottima qualità. Locale molto piccolo, per cui molto probabilmente si finirà per mangiare all'esterno, ammirando lo squero di fronte.
Scala Contarini del Bovolo
La si trova spesso indicata tra i luoghi segreti di Venezia. Ovviamente non ha nulla di segreto e negli ultimi anni ha visto crescere via via il numero di visitatori.
A causa del Covid, tuttavia, questa crescita si è interrotta e, anche per merito dell'obbligo di prenotazione online, abbiamo potuto visitarla praticamente in solitudine.
La scala è molto bella e splendida la vista di cui si gode. Come detto è tutto tranne che "segreta", ma è comunque da visitare.
Per la prenotazione dei biglietti, dal costo di 7 euro e 6 euro i ridotti, abbiamo usato il sito
ticketlandia.
Ca' d'Oro
Uno dei piu' bei palazzi sul Canal Grande, splendido esempio di gotico veneziano, la Ca' d'Oro e' cosi' chiamata per i pannelli dorati che in origine ne decoravano la facciata.
Il barone Giorgio Franchetti acquisto il palazzo, che all'epoca versava in un cattivo stato di conservazione, nel 1894 e ne inizio' il restauro per riportarlo al suo aspetto originario.
Oltre che come propria abitazione, Giorgio Franchetti uso' la Ca' d'Oro per ospitare la propria collezione di opere d'arte. Alla sua morte, nel 1922, egli lascio' il palazzo e la proria collezione allo stato e nel 1927 ebbe luogo l'inaugurazione del museo Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'oro, tra i cui capolavori spicca il San Sebastiano di Andrea Mantegna.
Ma oltre che per la collezione d'arte, una visita alla Ca' d'Oro è immancabile per l'emozione di entrare in un vero palazzo signorile veneziano e per la vista che se ne ha sul Canal Grande.
Stranamente, malgrado il Covid, i biglietti si potevano fare solo di persona. Noi a suo tempo non abbiamo avuto nessun problema ad entrare. Poca gente e molto distanziata.
Chiesa di San Zaccaria
Situata nel sestiere Castello, a meno di 10 minuti da Piazza San Marco, la Chiesa di San Zaccaria è molto antica, la prima costruzione risale al IX secolo, per ospitarvi i resti del padre di san Giovanni Battista.
L'attuale aspetto della chiesa è tuttavia di epoca rinascimentale ed ha inglobato alcune parti più antiche come la Cappella San Tarasio (ricavata dall’antica abside della vecchia chiesa). All'interno si trovano le sepolture di 8 dogi.
Ma la peculiarità della chiesa è la cripta allagata a cui su accede dalla Cappella di San Tarasio. Il livello dell'acqua è variabile e quando noi l'abbiamo visitata era abbastanza alto da comportare l'inaccessibilità della maggior parte di essa.
Molto bella anche la Cappella di San Tarasio, anche chiamata Cappella d'Oro, con un bel pavimento a mosaico, splendidi dipinti e soprattutto tre polittici gotici intagliati e dorati.
Sottoportego di Corte Nova
Un sottoportego (o sotoportego in veneziano) è una caratteristica urbanistica tipica di Venzia, in pratica un passaggio pedonale ottenuto attraversando il corpo di un edificio, una sorta di sottopasso a livello del suolo.
Il Sottoportego di Corte Nova, situato nel sestiere Castello, collega Calle Zorzi con la Corte Nova ed ha la caratteristica unica di servire anche come cappella votiva.
Secondo la tradizione, nel 1630 una donna della zona ebbe una visione della Madonna e ricevette da questa la raccomandazione di dipingere un quadro con la sua immagine in compagnia dei santi Rocco, Sebastiano e Giustina
Nel 1630 una pia donna, quasi mistica, di nome Giovanna, abitante nel Sestiere di Castello , ebbe la visione della Madonna che le raccomandò, per vincere la peste, di dipingere un quadro rappresentante la Sua immagine e quelle dei santi Rocco, Sebastiano e Giustina, e di appenderlo alla parete del sottoportego della Corte Nova.
Nel lastricato si può vedere una mattonella rossa, che indicherebbe il punto in cui la peste, che stava devastando Venezia, si fermò, bloccata dall'immagine della Madonna.
Ed ancora oggi nessun veneziano la calpesterebbe, per paura della cattiva sorte.
Alba dal Ponte dell'Accademia
Ponte in legno, che collega i sesitieri di Dorsoduro e San Marco. Costruito nel 1933 doveva inizialmente essere solo un ponte temporaneo, in attesa della costruzione di uno in pietra, ma per la sua robustezza e bellezza non venne mai sostituito.
Offre una splendida vista sul Canal Grande ed e' uno dei punti migliori da cui ammirare l'alba. Non si vede direttamente sorgere il sole, ma i raggi radenti illuminano in modo spettacolare la Basilica di Santa Maria della Salute.
Il ponte attrae parecchi appassionati, per cogliere il sorgere del sole, per cui meglio arrivare con discreto anticipo.
Mercato di RialtoLasciando il Ponte dell'Accademia, in circa 20 minuti, ci si può recare al mercato di Rialto, il più antico di Venezia.
E' diviso in due distinte zone, l'Erbaria, il mercato della frutta e verdura, situato appunto nel Campo dell'Erbaria e la Pescaria, il mercato del pesce, ospitato nel famosa Loggia in stile neogotico, realizzata nel 1907.
Il mercato di Rialto è ormai anche un'attrazione turistica. Quando l'ho visitato, vi erano purtroppo pochi banchi, sia nella zona ortofrutticola, sia nella zona del mercato ittico. A questo hanno probabilmente contribuito il fatto che fossimo in agosto, che fosse mattina presto (anche se comunque il mercato apre alle 7,30) e la crisi che il mercato sta comunque vivendo, dovuta allo spopolamento di Venezia, con sempre meno residenti e più turisti.
La zona attorno al mercato merita assolutamente di essere visitata, a partire da Campo San Giacometo, praticamente ai piedi del Ponte di Rialto, dove si trova l'omonima chiesa, ritenuta il più antico edificio di Venezia (secondo la tradizione sarebbe stata costruita il 25 marzo 421, data della fondazione della città stessa)
In Campo San Giacometo si trova anche la statua del Gobbo di Rialto. In realtà si tratta della statua di un uomo curvo a sorreggere una scaletta che permetteva di raggiungere il tronco di una colonna da cui venivano annunciate le principali disposizioni della serenissima e veniva data lettura delle sentenze capitali. Costruito nel 1541 da Pietro da Salò, il "gobbo di Rialto" venne posto nel luogo di incontro di mercanti e uomini d'affari per dare annuncio delle decisioni più importanti dello Stato veneziano e delle condanne capitali. Questa statua divenne ben presto anche una vera e propria "statua parlante", come quella del Pasquino di Roma, cioè il punto esatto in cui lasciare bigliettini con frasi ingiuriose o beffe anonime sui potenti di turno per esprimere tutto il malumore del popolo nei confronti delle decisioni dei potenti.
Nella zona attorno al mercato si trovano moltissimi ristoranti e locali per l'aperitivo
Fondaco dei Tedeschi
Dal Mercato di Rialto, attraversando il famoso ponte, si raggiunge il Fondaco dei Tedeschi, un centro commerciale di lusso che varrebbe una visita per sè (specialmente durante i saldi), ma da cui soprattutto si può godere una splendida vista sul Canal Grande e sui tetti di Venezia.
In origine fu la sede dei mercanti tedeschi che lo usavano come magazzino e alloggio.
Nel 1925 venne acquistato dalle Poste e Telegrafi e nel 1939 divenne la sede centrale delle Poste a Venezia. Nel 2008 il Gruppo Benetton lo acquistò per trasformarlo nell'attuale centro commerciale.
Se si resiste alla tentazione di acquistare qualcosa nelle numerose boutiques, la visita alla terrazza panoramica è completamente gratuita, ma occorre prenotare online. Attenzione che è meglio prenotare con qualche giorno di anticipo per essere sicuri di trovare posto. Purtroppo la terrazza chiude alle 18,30, per cui nei mesi estivi non è possibile ammirarvi il tramonto, che immagino spettacolare. Ma la bellezza del Canal Grande e la vista sui tetti della Serenissima sono a disposizione in tutti i mesi dell'anno.
Usciti dal Fondaco, il tramonto si può comunque ammirare dal Ponte di Rialto. Da qui il vaporetto diretto a San marco offrirà una splendida vista sul Canal Grande