Complice il Covid, la scorsa estate, dopo parecchi anni siamo tornati a trascorrere le nostre vacanze in Italia. Per vari motivi, tra cui la speranza poi
tramontata di riuscire ad andare in Giordania, abbiamo fatto due periodi brevi, inizialmente una
settimana a luglio e poi cinque giorni a Venezia a fine agosto.
Viaggio in auto, per poterci gestire
liberamente l’itinerario e non rischiare di prenotare voli che potessero poi
venire cancellati.
Il primo viaggio, a luglio, aveva come meta Pompei ed Ercolano, che io avevo visto molti anni prima e che moglie e figlio non avevano ancora mai visto, e Roma, uno dei desideri di nostro figlio.
Prima tappa, per spezzare il viaggio
è stata Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo. Civita è nota come la
città che muore, visto che lo sperone di tufo sui cui è costruita è destinato,
prima o poi, a collassare.
Lasciata l’auto presso uno dei
parcheggi, si ha uno splendido colpo d’occhio di Civita dal belvedere,
prima di attraversare il ponte pedonale, costruito negli anni ’60, che unisce
il territorio di Bagnoregio a Civita, una sorta di isola in un mare di
calanchi. Al termine del ponte, Porta di Santa Maria permette di accedere
all’abitato, un borgo medioevale rimasto in gran parte intatto.
Siamo arrivati nel pomeriggio, sotto
un cielo grigio, con nuvole che promettevano pioggia. Poca gente che si aggirava tra i
vicoli del paese. Un po’ l’orario, un po' la minaccia di pioggia, un po’ il Covid ci hanno permesso di
visitare questo borgo senza la confusione che probabilmente ci sarebbe stata in
un periodo normale.
Il borgo in se’ è sicuramente molto ben tenuto e caratteristico, così come il paesaggio circostante, ma benchè autentico a me è
sembrato “finto”. L’impressione è di un paese di seconde case, in generale
molto curate, ma non vissute, non abitate. D’altra parte è sicuramente un
paese scomodo in cui vivere, che probabilmente ha nel turismo la principale
fonte di reddito.
E’ stata comunque una interessante
per visitare sia pure velocemente una parte di territorio, la Tuscia viterbese,
che non conoscevamo assolutamente.
Informazioni pratiche: per entrare a Civita di Bagnoregio, è necessario acquistare un biglietto del costo di 5 euro. Questo si può acquistare online all'indirizzo https://articketing.vocces.com/proceso-reserva/ oppure in loco.
Ci sono due biglietterie, una a Bagnoregio, in Piazzale Battaglini, dove vi è anche un ampio parcheggio, attiva nei giorni di maggior afflusso, ed una all'imbocco del ponte pedonale.
Da Piazzale Battaglini occorrono 15-20 minuti a piedi per raggiungere il ponte che dà accesso a Civita.
A mantenere Calcata un più viva, malgrado la costruzione di Calcata Nuova a pochi minuti in auto dal borgo antico, contribuì una comunità di artigiani ed artisti che a partire dagli anni 60 vi si trasferirono, per viverci e lavorare. Passeggiando per le vie del paese si notano botteghe artigiane, in molti casi prevalentemente indirizzate ai numerosi turisti.
Calcata è stata anche set di diversi film, a cominciare da Amici Miei, dove i cinque amici si divertono a creare panico tra gli abitanti del vecchio centro, inducendoli a credere che le case del paese sarebbero state abbattute per costruire una nuova autostrada.
Calcata compare anche in un video della canzone "Una storia sbagliata", con Fabrizio De Andrè e Massimo Bubola che cantano seduti sui gradini di una chiesa (https://youtu.be/WXR1z6h6Jio).
Questa canzone era stata scritta su commissione della Rai, destinata ad essere la sigla della trasmissione "Dietro il processo", inchiesta sulle morti di Pasolini e dell'aspirante attrice Wilma Montesi.
Tra le altre curiosità di Calcata, vi è il fatto che per diversi secoli conservò una singolarissima reliquia, il “santo prepuzio di Gesù”.
Questo sarebbe stato conservato dalla Madonna, per poi essere consegnato alla Maddalena e ricomparire, mille anni dopo, nelle mani di Carlo Magno. Carlo il Calvo lo portò poi a Roma, dove venne custodito in San Giovanni in Laterano fino al 1527, anno del Sacco di Roma, quando venne rubato da un soldato lanzichenecco. Questi venne catturato a Calcata e nascose questa reliquia nella cella in venne rinchiuso.
Nel 1557 la reliquia venne ritrovata e da allora fu al centro di una profonda venerazione, venendo esposta ai fedeli nella chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano nell'occasione del capodanno.
Questa tradizione continuò, malgrado la proibizione del Sant'Uffizio arrivata già agli inizi del secolo, fino a quando nel 1983 la reliquia venne rubata senza essere più ritrovata.
Calcata è in ogni caso un borgo piacevole da visitare, perdendosi nelle sue strette viette, esclusivamente pedonali, ed assaggiando gli ottimi piatti della zona in uno dei molti ristoranti.
Informazioni pratiche: come detto il centro di Calcata è esclusivamente pedonale. Vi è un ampio parcheggio a circa 10 minuti a piedi dal paese, a cui è collegato da un ampio sentiero pedonale.
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